mercoledì 6 marzo 2013

Sono anziano! Sono gay! Devo per questo essere solo?

Case di riposo per anziani gay: riflessioni al riguardo


Si sa, alla fine, anche i froci invecchiano. Dopo una vita passata all'insegna della "gaiezza" (fatta di palestra, disco, battuage, vacanze, botte e via, amori) d'un tratto l'eterna giovinezza svanisce, ci abbandona. Ci toglie l'amicizia da facebook! Ci blocca su gayromeo! Il nostro maggior alleato ci volta le spalle. E questa volta non per farci un piacere! Ormai non possiamo più contare su di lei. Siamo diventati vecchi, non autosufficienti (sono ormai lontani i momenti in cui sollevavamo quei pesantissimi bilancieri ). Magari ci ritroviamo soli, perchè i nostri affetti ci hanno già lasciato da tempo o perchè le cose non sono andate come speravamo che andassero. Di solito non abbiamo figli chiaramente, e i parenti più stretti non possono o non hanno voglia di perdere tempo appresso a noi ( attendono solo l'eredità ).

 
Quindi quale destino per noi? Per chi non può mantenersi un toy boy socio-assistenziale, non resta che la casa di riposo. Ci vanno pure gli anziani eterosessuali, quindi non ci sarebbe nulla di male. Solo che, almeno negli ultimi anni della propria vita, si è stanchi di non poter essere se stessi. Si abbia la voglia di vivere in piena libertà, senza nascondersi, di raccontare le proprie storie di vita, gli amori, i colpi di fulmine, le avventure anche di una sola notte. Poter tenere la foto del proprio compagno sul comodino. O magari la possibilità di poter amare ancora.  Si, anche la possibilità di poter ancora... la medicina fa miracoli. Tutto questo senza aver paura di essere discriminato, di non essere accettato, di essere isolato in quanto gay. E' un' ulteriore ghettizzazione? Beh sicuramente si, ma chi ha detto che le ghettizzazioni sono sempre negative? In questo caso potrebbe essere almeno di conforto, di speranza. Si potrebbe passare a miglior vita da un momento all'altro! E che diamine! Potrebbe essere l'ultimo treno per innamorarsi di qualcuno, anche per la prima volta (chi lo sa!).


Una struttura gayfriendly sarebbe già un bel passo avanti. In una casa di riposo convenzionale si corre il rischio di passare gli ultimi anni della propria vita con degli stupidi bigotti omofobi, persone che non vorresti incontrare manco in Paradiso (per chi ci crede)!  Sarebbe bello che la gestione di queste strutture fosse pubblica o autogestita, magari con l' aiuto/partecipazione esterna di associazioni che operano nel sociale (non per forza gay). Sarebbe un male lasciare terreno libero all'imprenditoria di sfruttamento gay.
Paesi in cui esistono già case di riposo per anziani gay: Stati Uniti,  Svizzera, Olanda, Germania, Argentina, Messico, Spagna.







Sito della casa di riposo Lebensort Vielfalt - Berlino
http://www.lebensort-vielfalt.de/

Casa di riposo per gay e lesbiche anziani (Argentina 2009)




martedì 5 marzo 2013

E' ora di cambiare

          Il futuro del Gay Pride: meno culi al vento e più frac



Lo chiamano Pride, Gay Pride. E' il corteo dell'orgoglio gay. Il vanto della nostra comunità. Per un giorno siamo tutti liberi di essere noi stessi, di percorrere le vie del centro non per fare shopping ma per rivendicare i nostri diritti. Tutti noi siamo a conoscenza dei risultati straordinari che abbiamo ottenuto grazie ai tanti pride che si sono svolti in questi anni, da Nord a Sud. Oggi possiamo unirci civilmente, l'omofobia viene contrastata da una legge che ci protegge, siamo accettati dalla società. Finalmente il nostro è un Paese civile!
Va bene.. basta scherzare... diciamolo... il pride è un fallimento, totale!
Perché? Beh... i risultati sono sotto gli occhi di tutti: ZERO ASSOLUTO.  Non si è rivelato lo strumento giusto per rivendicare i nostri diritti. Non crea consenso, appoggio, sostegno, adesione, accettazione, plauso, gradimento da parte di chi dobbiamo convincere. Bisogna chiarire una volta per tutte che cosa vogliamo veramente e a quali obiettivi dobbiamo arrivare. Il problema non è l'idea del corteo, della manifestazione, ma come questa si svolge. Per ottenere dobbiamo convincere, o almeno sembrar convincenti.


Dobbiamo essere onesti una volta per tutti. Così non si va da nessuna parte. Dobbiamo cambiare rotta, radicalmente. Dobbiamo essere furbi, non sciocchi. Dobbiamo essere propositivi, non provocanti. Eleganti, non imbarazzanti.
L'obbiettivo è ottenere quello che vogliamo: unioni civili ( o matrimonio), legge contro l'omofobia, tolleranza da parte della maggioranza). Per ottenere ciò dobbiamo conquistare il consenso e l'appoggio di chi ancora ci ritiene dei pervertiti sessuali, invertiti, contro natura e tutte le altre varie stronzate che si sentono dire in giro. Per far ciò dobbiamo attuare delle strategie di marketing psico-sociale.


In sintesi: meno culi al vento e più frac.
Bisogna proporre un nuovo modo di fare pride:
  • favorire la partecipazione di famiglie e singoli eterosessuali
  • favorire la pluralità politica (paradossalmente) bandendo le bandiere di partito, ci sono gay di sinistra, centro, destra. I gay di destra non si devono sentire a "disagio". Invitare gli esponenti pro diritti di ogni schieramento politico.
  • favorire la pluralità confessionale facendo  partecipare anche e sopratutto le associazioni di credenti gay. Ospitare preti pro gay
  • le associazioni dei genitori di omosessuali devono stare a capo del corteo, questo posto non deve essere più occupato dai politici
  • vietare la pubblicità (ebbene si) di disco, pub, saune, cruising bar. Rifiuto dei loro contributi e netta distanza dallo sfruttamento commerciale dei gay
  • vietare la circolazione dei carri, per evitare l'effetto carnevale
  • evitare ospiti come: attori porno, personaggi dello spettacolo. Invitare personalità di alto profilo culturale (come premi nobel) , istituzionale e sociale. Provocatoriamente ospitare personaggi del mondo dello sport.
  • basta con i culi al vento. Vietare l'abbigliamento di cattivo gusto e proporre invece abiti eleganti. Provocatoriamente adottare il frac.
  • invitare coppie "veterane", dare più spazio ai racconti di esperienze personali, meno spazio ai politici.
  • dare spazio al problema dell'AIDS e alle altre malattie sessualmente trasmissibili
  • utilizzare slogan d'effetto e d'affetto, non volgari
  • attuare forme di visibilità alternative, come il flashmob, bacio collettivo
  • limitare ogni riferimento esplicito al sesso
Con queste accortezze, credo, che le cose potrebbero cambiare, e di molto.

Una cosa è certa: fino ad ora non abbiamo ottenuto niente, un motivo ci sarà, non credete?